logo
indice alfabetico - site map  I  immagini  I  articoli  I  elton in italy  I  testi in italiano  I  musicians & co.  I  concerti  I  discografia
 
forum  I  news   I  biografia  I  early days  I  friends I links  I  aggiornamenti  I  newsletter  I  contatti  I  varie  I  rarità  I  home

ELTON JOHN
Roma - Palalottomatica
18.12.2003

set list

Funeral For A Friend
Love Lies Bleeding
Bennie And The Jets
Daniel
Someone Saved My Life Tonight
Ballad Of The Boy In The Red Shoes
Philadelphia Freedom
The Wasteland
Rocket Man
I Guess That's Why They Call It The Blues
I Want Love
This Train Don't Stop There Anymore
JimgleBell/Take Me To The Pilot
Sorry Seems To Be The Hardest Word
Sacrifice
Candle In The Wind
Are You Ready For Love
Harmony
All The Young Girls Love Alice
The Bitch Is Back
I'm Still Standing
Saturday Night's Alright (For Fighting)
Crocodile Rock

Pinball Wizard

Your Song


dal Messaggero del 19.12.03

GRAZIE DI TUTTO SIR ELTON

ROMA - Piano piano dolce Elton. Così, citando il regista Robert Aldrich, si sintetizza il magnifico show tenuto ieri sera dal rotondo, rubicondo Elton John - vestito di cappa e drappi neri e rossi sembrava don Abbondio - in un Palalottomatica, l'acustica è perfetta, zeppo, 9 mila presenti entusiasti e rapiti, ripagati da Elton sin dal primo brano, Funeral For A Friend, con una prestazione superlativa. Nuda, vasta scena, tre grandi, nitidi schermi, ottime luci e suoni e ... Elton John. Signor pianista. Eccellente. Come l'a-a-bbronzatissimo Davey Johnstone, capelli alla Caterina " Casco d'oro" Caselli, alla chitarra, il possente Nigel Olsson, batterista guantato, il marmoreo Bob Birch al basso e i poliedrici Guy Babylon, tastiere, e John Mahon, percussioni. Dal birichino Bennie And The Jets alle sofferenze di Daniel, sull'universo gay, passando per Someone Saved My Life Tonight, The Ballad of the boy in the red shoes, sul flagello dell'AIDS che combatte raccogliendo fondi dal '93, fino alla scatenata, basso e chitarra tonanti, Philadelphia Freedom si capisce che ci si commuoverà. E divertirà. Scorrono veloci, punteggiate da superbi assoli di piano e chitarra, l'eliotiana, drammatica The Wasteland, le rabbiose Rocket Man, applausi per Elton honky-tonk, e I Guess That's Why They Call It The Blues. Dall'ultimo, modesto album, Songs From The West Coast, trae I Want Love dedicata agli amici presenti Valentino e Bruce Weber - e This Train Don't Stop There Anymore - ricorda The Land Of Hope and Dreams di Springsteen - poi, dopo una furiosa introduzione dove spunta Jingle Bell, si vola. Take Me To The Pilot. Brividi d'annata. Anche per Sorry Seems To Be the Hardest Word, Sacrificie, Candle In The Wind, sofferta e stupenda, Are You Ready for Love?, assai R&B, All The Young Girls Love Alice, molto heavy come The Bitch Is Back, schitarratissima. Presenta il gruppo, poi fuochi d'artificio, I'm Still Standing, Saturday Night alright (For Fighting) - in molte parti del mondo anche le altre notti, e giorni, purtroppo non si sta con le mani in mano - e la straripante Crocodile Rock con gorgheggio anni '60, alla Speedy Gonzales. Kappao. Da Tommy degli Who arriva Pinball Wizard, nell'omonimo film era Elton a impersonarlo. Fine. Torna. Firma autografi. Ringrazia. Augura buone feste. Quindi...La storia. Your Song. La tua. La nostra canzone. Amore intriso di dolore, gioia, ricordo, vita, morte. Capolavoro. Basta così, Sir Elton. Auguri. E grazie.

di Paolo Zaccagnini


 
 
foto per gentile concessione di Gerardo Farina © 2003