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Elton in arrivo all'aereoporto di Orio al Serio nel pomeriggio
 

Pinball Wizard
Bennie and the Jets
Daniel
Turn the Lights Out When You Leave
Take Me To The Pilot
Rocket Man
I Guess That's Why They Call It The Blues
Sacrifice
Sorry Seems To Be The Hardest Word
Funeral For a Friend
Love Lies Bleeding
Are You Ready For Love
Philadelphia Freedom
They Call Her The Cat
Sad Songs (Say So Much)
Don't Let The Sun Go Down On Me
I'm Still Standing
The Bitch is Back
Saturday Night's Alright
Candle In The Wind
Your Song

 


 

Elton si è esibito per la prima volta in assoluto a Bergamo, dopo il rinvio del concerto solo piano che si doveva tenere originariamente lo scorso 13 luglio, programmato allo stadio.  Invece, mentre la data di Perugia (nell’ambito di Umbria Jazz) si è tenuta regolarmente, quella di Bergamo è stata posticipata al 1° settembre, con cambio di spettacolo, da solo piano a concerto con la band, e cambio di location, la struttura del Lazzaretto al posto dello stadio.  Il Lazzaretto, che ha contenuto circa 6-700 spettatori, si è dimostrato una buona soluzione per i concerti all’aperto e vi hanno già suonato sia i Radiohead che i Coldplay), ma il fatto di dover mantenere la disposizione originariamente prevista per lo stadio ha creato qualche problema agli organizzatori, con aggiunta all’ultimo momento di sedie per completare le varie file.  Il fatto che i settori non fossero divisi ha permesso a molte persone (me compreso!) di posizionarsi di fianco alle prime file con un’ottima visione del palco.  Il concerto è stato buono, anche perché la band è ormai supercollaudata e ha un sound particolarmente energico che fa rendere al meglio anche le canzoni più deboli del repertorio.  La cosa che ha sconcertato un po’ i fans (e si sarebbe ripetuta anche a Roma due giorni più tardi) è stata la durata del concerto, di poco superiore alle due ore; è la durata normale di un concerto di un qualsiasi altro artista di un certo livello, ma noi eravamo abituati alle due ore e mezza di spettacolo, che riuscivano in parte a giustificare l’assurdo prezzo dei biglietti (in questo caso dai 45 ai 90 euro).  E la durata ridotta ha penalizzato ancora di più del solito la scaletta, la quale deve comprendere sempre determinati hit o canzoni come I Guess That’s Why They Call It The Blues, a discapito di tanti capolavori della produzione di Elton.  E’ assurdo che i suoi album migliori come Madman Across The Water o Tumbleweed Connection non trovino assolutamente spazio in mezzo a canzoni come Sacrifice.  E gli imminenti concerti commemorativi dei 30 anni di Captain Fantastic facevano sperare in qualche brano di questo album storico e invece, anche in questo caso niente di niente.  Altra nota negativa è l’inudibilità del coro di Atlanta che accompagna Elton in questo tour, probabilmente a causa di un missaggio sbagliato, ma la cosa si sarebbe ripetuta anche a Roma, e l’assurdità che, disponendo di un coro del genere, non vengano scelti brani che ne sarebbero esaltati.  Il concerto è stato comunque di buon livello come Elton è solito essere dal vivo e il pubblico mi è sembrato abbastanza caloroso e partecipe perlomeno nei settori più avanzati, dove in altre occasioni non era raro trovare persone che erano evidentemente lì solo per farsi notare e basta.


FOTO 1
bad side

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FOTO 2
Flavio

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FOTO 3
Graziano

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